Magiche atmosfere di Sting, per pochi intimi...
Il ''mito'' non attira piu' come una volta, ma e' ancora in grado di farsi apprezzare dal pubblico...
Cinquemila spettatori, seppur faticosamente raggranellati in mesi di prevendite, non sarebbero un cattivo esito, per un rockettaro di belle speranze. Ma se quei cinquemila sono tutto cio' che riesce a richiamare Sting, allora il concerto di ieri sera merita, nel pittoresco gergo del manageriato musicale, la definizione di ''forno''. Un disastro, via. Sperduti in un Palastampa troppo grande per un eroe ormai troppo piccolo, gli ammiratori dell'uomo che fu una stella con i Police e un mito da solo, hanno ieri assistito a uno spettacolo di indiscutibile eleganza, e di raffinatissima noia. Certo, Sting non delude chi accorre ad ascoltarlo: ha un pubblico ''su misura'', bon chic bon genre, che certamente non apprezzerebbe sudore e fracassi metallari. Un pubblico in gran parte non
adolescenziale, e per di piu' colto, benestante, innamorato delle atmosfere per bene che il cantante inglese sa ammannire con studiata sapienza.
Un pubblico che arriva al concerto in orario, non si accalca ai cancelli, non da' in escandescenze. Molte signore in casual firmato, molti signori in giacca sportiva: presenze inconsuete a un concerto rock. L'equivoco - alimentato dagli organizzatori sempre avidi di ''eventi'' - sta appunto nello spacciare per ''concerto rock'' quello che e', in realta', un tranquillo spettacolo che farebbe la sua bella figura in un teatro. L'astuto Sting sa tentare con maestria i suoi fedeli: parte con i brani dell'album nuovo, 'Mercury Falling', perche' la promozione discografica e' pur sempre al centro dei pensieri di ogni lavoratore della musica. Ma subito da' spazio al gioco della memoria, sciorinando senza risparmio l'antico repertorio dei Police, da 'Roxanne' a 'Sincronicity': le canzoni che
andavano di moda giustappunto vent'anni fa, quando quelle mamme e quei papa' che ascoltano oggi il signor Gordon Sumner erano ragazzi, e, in jeans e T-shirt, si accalcavano entusiasti sotto i palchi del rock. La giornata torinese di Sting e' stata brevissima: arrivato in auto verso le 17 si e' subito recato alle prove, e' rimasto chiuso nei camerini fino al momento di salire sul palco.
Terminato il concerto, e' immediatamente ripartito per Milano.
(c) La Stampa by Ferraris Gabriele