Venezia, la serata magica di Sting...
Sold out in ogni posto per il tour 'Symphonicity', a San Marco con l'orchestra della Fenice. Il cantante si rivolge al pubblico in italiano. Brividi per 'Message in a Bottle' in acustico.
''Buonasera a tutti, sono felice di essere per la prima volta in piazza San Marco e sono molto orgoglioso di aver alle spalle l'orchestra Filarmonica della Fenice''. Negli occhi di Sting, occhi che hanno visto platee immense e posti straordinari in quasi 35 di live, c'è un misto di soddisfazione autentica e serenità quando è salito sul palco di Venezia. La prima sorpresa è che per tutta la serata si sforzerà di parlare solo in italiano, magari non perfetto, ma un gesto d'umiltà che non avrebbero avute altre super star internazionali. Sold out in ogni posto e ogni settore. Oltre 5mila persone sono arrivate dalla regione (anche tanti stranieri) per la data veneziana del Symphonicity Tour, inserita nel cartellone del Venezia Jazz Festival (di Veneto Jazz). La semicupola che racchiude il palco sembra fatta apposta per un concerto sinfonico e, all'ingresso della band formata da Dominic Miller (chitarrista di Sting da lungo tempo), Rhani Krija (percussionista), Jo Lawry (alla voce) e Ira Coleman (al basso), i 50 elementi dell'orchestra Filarmonica della Fenice sono già tutti seduti.
Poi entra il direttore d'orchestra Sarah Hicks e alla fine Sting. L'inizio è con 'Every Little Thing She Does Is Magic', grande hit dei Police, poi 'Englishman in New York', apice della carriera solista, eseguita con Alessandro Fantini, primo clarinetto alla Fenice. 'Roxanne', altra grandissima canzone targata Police, e 'When We Dance', 'Russians' a cui gli arrangiamenti orchestrali conferiscono una maestosità regale. Spesso i tour orchestrali del mondo del pop non offrono nulla più che una bordata di archi ad aprire il suono di storici brani. Per fortuna il 'Symphonicity Tour' non fa parte di queste tournée. Il lavoro degli arrangiamenti sinfonici delle hit di Police e carriera solista di Sting sono perfetti, elaborati e ricercati. Le canzoni non sono mai snaturate, l'orchestra suona tutta e vi assicuro che è una novità in questo campo. Alle volte l'orchestra è un comodo cuscino di seta su cui la voce (ancora perfetta) di Sting riesce a esaltarsi, altre volte cuce vestiti nuovi (sempre elegantissimi) su melodie storiche, altre ancora offre alle canzoni una solennità inedita. L'acqua alta inizia a salire e diversi dai settori laterali sono costretti ad alzarsi per non passare il concerto con i piedi a mollo.
Dopo 'I Hung My Head' Sting racconta. ''Quando stavo per finire gli studi, mio padre mi disse ''prendi il mare'', io gli chiesi il perché ma lui non mi rispose. Questa canzone è dedicata a lui'' e inizia un'emozionante 'Why Should I Cry For You'. 'Whenever I Say Your Name' diventa un dialogo a due con la corista Jo Lawry, poi 'Fields Of Gold' e la sorpresa. ''Oggi è qui con me Joe Sumner, leader di una rock band e… mio figlio''. Ed entra Joe (voce dei Fiction Plane) che canta 'Two Sisters' e abbraccia il papà. Il ragazzo, tutto suo padre, rimane sul palco, chitarra al collao, anche per 'Next to You' dei Police che conserva quel mood rock (Sting ha pantaloni scuri attillati e una giacchetta Mod su camicia scura) e fa ballare anche il pubblico. Passano ancora 'Shape Of My Heart' e 'This Cowboy Song' con tanto di balletto country. ''Parla di un vampiro'', dice Sting che si cambia d'abito e sfodera un trench transilvano, e 'Moon Over Bourbon Street' potrebbe essere la colonna sonora di un film dell'orrore (del resto è ispirata a Intervista col Vampiro di Anne Rice). La cavalcata finale parte con 'The End of the Game' per aprire a 'King of Pain' e 'Every Breath You Take' dei Police. Inutile dire che tutto il pubblico è in piedi, a ridosso del palco. I bis, con una doppia uscita della band, raccontano l'oriente di 'Desert Rose', passano per 'She's Too Good For Me' e 'Fragile', e si chiudono con 'Message in a Bottle' suonata in acustico solo da Sting. ''Grazie Venezia'', si inchina davanti al pubblico. La stagione live si è chiusa in ''crescendo''.
(c) Corriere del Veneto by Francesco Verni
Concerto trionfale per Sting in Piazza San Marco a Venezia, sul palco anche il figlio Joe...
Ci sono concerti che rimangono impressi nella memoria degli spettatori che, prima o poi, potranno dire con un pizzico di orgoglio "Io c'ero". La tappa veneziana del Symphonicity Tour di Sting, organizzata nell'ambito della quarta edizione del Venezia Jazz Festival, rientra senza alcun dubbio nell'elenco degli eventi memorabili per tutti i fans della musica.
Il palco allestito in Piazza San Marco ha accolto il cantante inglese in una location suggestiva ed unica che ha reso l'atmosfera ancora più magica. E proprio con il pizzico di magia di Every little thing she does is magic Sting ha iniziato la seconda tappa italiana del Symphonicity Tour 2011, dopo quella del 27 luglio a Palermo.
L'arrangiamento sinfonico delle canzoni è stato eseguito alla perfezione dall'Orchestra filarmonica della Fenice diretta da Sarah Hicks; sul palco anche il chitarrista Dominic Miller, il percussionista Rhani Krija, il bassista Ira Coleman e la splendida voce della cantante Jo Lawry.
Sting ha salutato il pubblico dichiarandosi molto felice ed orgoglioso di potersi esibire a Venezia prima di intonare, accolto dagli applausi, le ormai classiche 'Englishman in New York', 'Roxanne', 'When We Dance' e la sempre attuale 'Russians'. Spazio poi a 'I Hung My Head' e 'Why Should I Cry For You?', brano che Sting ha dedicato al padre raccontando, in un italiano perfetto con un leggero accento britannico, che da giovane gli aveva detto "quando finisci la scuola devi prendere una nave, diventa un marinaio". Una parentesi famigliare che ha anticipato di un paio di canzoni ('Whenever I Say Your Name' e 'Fields of Gold') l'arrivo a sorpresa del figlio di Sting, Joe Sumner, che si è esibito con 'Two Sisters', brano della sua band Fiction Plane, accompagnato ai cori proprio dal padre da cui ha ereditato il talento, l'aspetto fisico e un timbro vocale unico.
Il viaggio nel mondo musicale di Sting è poi proseguito con un alternarsi di ritmi e atmosfere diverse: 'Next To You', l'emozionante 'Shape Of My Heart', la trascinante 'This Cowboy Song', la quasi "dark" 'Moon Over Bourbon Street', la malinconica 'End Of The Game', e 'King Of Pain'.
La parte finale del concerto è stata dedicata ai grandi successi della sua carriera, con i Police e come solista, i brani forse più amati e conosciuti da tutti i fans e non solo: 'Every Breath You Take', 'Desert Rose', 'She's Too Good For Me'. Le ultime due canzoni in scaletta 'Fragile' e 'Message In A Bottle' sono state accolte da una vera ovazione da parte di tutto il pubblico che ormai era in piedi e sotto il palco per applaudire la performance di Sting.
Venezia ha potuto offrire una splendida cornice ad un evento musicale che ha saputo presentare l'anima musicale di Sting nella sua totalità.
(c) New Notizie by Beatrice Pagan
Venezia: diecimila fan in delirio per Sting in piazza San Marco...
Diecimila per Sting stasera in piazza San Marco a Venezia. Cinquemila regolarmente seduti - e poi in piedi per l'entusiasmo - davanti al palco allestito di fronte alla Basilica Marzana, altrettanti con i piedi in acqua alta sotto le Procuratie e sul Sagrato. Tutti a cantare sull note delle sue canzoni, sul finale a stringersi attorno al palco. Sting, l'autore dell'inno non ufficiale ma universalmente iconosciuto alla Perestrojka, che ha cambiato gli equilibri mondiali, ha eseguito il 'Russians' in modo magistrale. Accompagnato dall'orchestra filarmonica di 50 elementi della Fenice e dalla sua band, diretta da una bravissima Sara Hicks.
L'overtoure di 'Russians' ha sottolineato la potenza artistica e storica del brano, seguita dalla prima ovazione. ''Il signor Reagan dice: noi ti proteggeremo - canta l'ex Police - è una bugia in cui non crediamo più, credi a quello che ti dico: spero che anche i Russi amino i loro bambini''. Forse oggi basta sostituire Russi con Cinesi, il brano è sempre attuale. Il concerto è cominciato con 'Every little thing she does is magic', e proseguito con 'Englishman in New York'. "Sono felice di essere in piazza San Marco - ha detto - perchè dietro di me c'è l'orchestra della Fenice. Il cantautore britannico ha esaltato e portato in primo piano ciascuno dei suoi musicisti, dal chitarrista Dominic Miller al percussionista Rhani Krija, a Jo Lawry (voce) e Ira Coleman (basso).
Ospite speciale il figlio Joe Sumner, che ha eseguito 'Two Sisters'. Qui il pubblico ha cominciato ad alzarsi in piedi. Passando dalle rivisitazioni sinfoniche del suo pop e del suo jazz, fino al folk e alla musica classica contaminata che lo contraddistinguono, Sting ha progressivamente trascinato la gente a battere le mani. Virtuosismi vocali dell'ex Police in 'Moon Over Bourbon Street', dove, vestito di nero, si è incarnato in vampiro. L'acqua alta in piazza San Marco ha raggiunto gli 80-90 centimetri poco prima delle 23, quando già il pubblico era in visibilio, poi è successo ch Sting ha solo suonato e sotto il pubblico abbandonate le sedie cantava. Un evento magico, uno dei più liberatori avvenuti a Venezia. Infine, il cantante ha lanciato un fiore rosso verso il pubblico ringraziandolo, mentre la gente continuava a chiedere un bis.
(c) L'Unione Sarda
Sting a Venezia, in 10mila a cantare...
Diecimila per Sting ieri sera in piazza San Marco a Venezia. Cinquemila regolarmente seduti - e poi in piedi per l'entusiasmo - davanti al palco allestito di fronte alla Basilica Marzana, altrettanti con i piedi in acqua alta sotto le Procuratie e sul Sagrato. Tutti a cantare sulle note delle sue canzoni, sul finale a stringersi attorno al palco. Sting, l'autore dell'inno non ufficiale ma universalmente riconosciuto alla Perestrojka, che ha cambiato gli equilibri mondiali, ha eseguito il 'Russians' in modo magistrale. Accompagnato dall'orchestra filarmonica di 50 elementi della Fenice e dalla sua band, diretta da una bravissima Sara Hicks. L'overtoure di 'Russians' ha sottolineato la potenza artistica e storica del brano, seguita dalla prima ovazione. "Il signor Reagan dice: noi ti proteggeremo - canta l'ex Police - è una bugia in cui non crediamo più, credi a quello che ti dico: spero che anche i Russi amino i loro bambini".
Forse oggi basta sostituire Russi con Cinesi, il brano è sempre attuale. Il concerto è cominciato con 'Every little thing she does is magic', e proseguito con 'Englishman in New York'. "Sono felice di essere in piazza San Marco - ha detto - perché dietro di me c'é l'orchestra della Fenice. Il cantautore britannico ha esaltato e portato in primo piano ciascuno dei suoi musicisti, dal chitarrista Dominic Miller al percussionista Rhani Krija, a Jo Lawry (voce) e Ira Coleman (basso). Ospite speciale il figlio Joe Sumner, che ha eseguito 'Two sisters'. Qui il pubblico ha cominciato ad alzarsi in piedi. Passando dalle rivisitazioni sinfoniche del suo pop e del suo jazz, fino al folk e alla musica classica contaminata che lo contraddistinguono, Sting ha progressivamente trascinato la gente a battere le mano. Virtuosismi vocali dell'ex Police in 'Moon over bourbon street', dove, vestito di nero, si è incarnato in vampiro. L'acqua alta in piazza San Marco ha raggiunto gli 80-90 centimetri poco prima delle 23, quando già il pubblico era in visibilio, poi è successo ch Sting ha solo suonato e sotto il pubblico abbandonate le sedie cantava. Un evento magico, uno dei più liberatori avvenuti a Venezia. Infine, il cantante ha lanciato un fiore rosso verso il pubblico ringraziandolo, mentre la gente conitinuava a chiedere un bis.
(c) ANSA.it