I Police conquistano l'Italia brani-cult, folla e tanta emozione...
E' una platea affollata e gioiosa quella che assiste al ritorno dei Police al Delle Alpi di Torino. Sono passati 27 anni dall'ultimo concerto di Sting, Copeland e Summers in questo stadio, 24 dall'ultimo tour in Italia prima della loro litigiosissima rottura.
L'inizio del concerto sulle note di Message In A Bottle quasi si perde nel potente boato dei 65 mila giunti da tutta Italia per l'unica tappa di una tournée mondiale che fino a un anno fa sembrava impossibile, tanti erano gli stracci volati tra i tre musicisti anche dopo l'avvio delle loro fortunate carriere soliste. Tra le incredibili reunion che hanno segnato il 2007, quella dei Police era davvero la meno probabile ma a conti fatti è anche la più completa e realistica, visti i monchi ritorni dei Genesis e degli Who e, a novembre prossimo, dei Led Zeppelin privi di Bonham.
Quanto accade sul palco è un déjà vu da pelle d'oca, mai tanto gradito: Sting s'inerpica sulle note acute al limite del falsetto proprio come faceva allora, la batteria di Copeland ha lo stesso inconfondibile suono delle pelli accordate fino al punto di rottura, Summers gioca con la sua chitarra come fossero due, è lui il vero centro alchemico del trio che seppe sfilare il rock dalla ghigliottina nichilista del punk, puntando con fiducia sul crossover e sul ritmo in levare del reggae.
''Dai a Sting quello che vuole'' continua a dirsi Copeland dall'inizio del tour, partito il 27 maggio scorso a Vancouver. E stasera c'è qualche motivo in più per tenere a bada l'ego ipertrofico della voce dei Police: il concerto di Torino cade nel giorno in cui Sting festeggia i suoi 56 anni, e tutto succede all'indomani del conferimento da parte del ministro della cultura francese del titolo di Cavaliere dell'Ordine delle arti e delle lettere che Sting condivide con i suoi due compagni di strada. Un dettaglio che deve avergli messo le ali all'autostima se è vero che ha sempre considerato i suoi testi degni della migliore letteratura.
La serata Police è stata aperta dalla voce di Raiz e dai ritmi della Notte della Taranta, nella versione diretta da Vittorio Cosma e arrangiata nel 2003 da Copeland, e ha avuto poi una spalla familiare quando sul palco sono saliti i Fiction Plane guidati dal figlio di Sting, Joe Sumner, che hanno offerto quasi una riedizione dei primi Police (molto più 'Reggatta de Blanc' che 'Outlandos d'amour') bagnati però in un post grunge che ha studiato la lezione dei Nirvana e dei Pearl Jam.
Quindi sono sulla scena sono entrati i tre marziani londinesi, e hanno conquistato subito il palco e il cuore della platea con la stessa energia di trent'anni fa, con l'esperienza e la malizia accumulati nel tempo e con una nuova, cristallina e strabiliante sintonia rodata nella parte americana ed esplosa nella parte europea di questo tour.
Sarà pure che Sting insegue in ogni concerto la perfezione quasi fosse un suo personale incubo ma in questi redivivi Police sembrano sciolte tutte le tensioni accumulate negli anni: 'Syncronicity II' e 'Walking On The Moon' sono un colpo al cuore dei fan quarantenni, ma a cantarle in coro sono anche i più giovani, 'Don't Stand So Close To Me' e 'Driven To Tears' verrebbe voglia di cantarle a squarciagola se solo avessimo la voce di quell'usignolo ultracinquantenne di Sting.
C'è una magia, in certi ritorni, che può tagliare la parola in bocca ai critici e che riesce ad annullare in un secondo ogni timore di effetto nostalgia. Più moderni di allora, ancora in grado di emozionare, sono tornati i Police.
(c) La Republica by Carlo Moretti